Pienamente d’accordo con questo articolo, soprattutto con la chiusura del pezzo. Di sicuro tutto ciò che ha a che fare con il mercato del lavoro (mercato, appunto, dove attualmente pare ci sia una domanda ampia e un’offerta ridotta e, quindi, la contrattazione non può dirsi ad armi pari) è complicato e c’è chi potrebbe sottolineare i problemi delle aziende, soprattutto per quanto riguarda la tassazione. Non ne so abbastanza e non mi permetto di esprimere giudizi su cose che non conosco. Conosco però il punto di vista di chi si sente sminuire costantemente da chi utilizza le tue competenze ma ti “valuta” come se a mala pena sapessi scrivere il tuo nome o fare due più due. Per non parlare, appunto, dei colloqui in cui – questi esseri mitologici anche detti “head hunters” o “responsabile risorse umane” (r-i-s-o-r-s-e-u-m-a-n-e) o brevemente “hr” – anziché valutarti come lavoratore o professionista, ti fanno una rapida seduta psicologica per valutarti come persona. Spesso, peraltro, usando toni da maestrini o da parroci d’altri tempi, se non apertamente sindacando le tue scelte private come, ad esempio, avere o meno una famiglia. Chiedo scusa per il tono poco conciliante, ma l’argomento mi irrita parecchio.
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